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Fabio Serino, la voce che incanta via Scarlatti

Via Scarlatti questa sera è affollata più del solito, la gente va di fretta, dà un’occhiata al cellulare per controllare l’ultimo messaggio ricevuto, entra prima in un negozio poi in un altro, di quelli che costeggiano una delle strade più note del Vomero.
Tra le corse di chi è in ritardo e le chiacchiere di chi si incontra al bar, una sottile melodia riesce inaspettatamente a mutare quest’atmosfera di voci e luci.
Le parole sono quelle di Pino Daniele, poi della famosa Tammuriata nera.
Non posso far a meno di rallentare il passo, togliermi le cuffiette dalle orecchie per distogliermi dalla musica che solitamente ascolto, ed assaporare quella che ora più che mai sa di casa.
Si chiama Fabio Serino il cantautore che con microfono e chitarra è capace di radunare attorno a sé decine di persone. Difficile non essere catturati da chi racconta una Napoli senza tempo attraverso il linguaggio universale della musica.
Così vengo trasportata anch’io da quelle note e al termine dell’esibizione decido di rivolgere qualche domanda all’artista.

“Come e quando è nata questa passione per la musica, Serino?”
“Ho avuto la fortuna di appassionarmi molto presto alla musica. Ricordo che da bambino iniziai ad essere affascinato da quella che davano in radio quando andavo con mia madre a fare la spesa. Cantavo le canzoni che più mi piacevano, un po’ come faccio ancora adesso.”

“Da quanto ti esibisci per le strade di Napoli?”
“Nonostante abbia un’esperienza decennale nel campo artistico è poco più di un anno che grazie al consiglio di un caro amico, Sergio Carlino, ho deciso di intraprendere questa avventura in strada.”

Delle strade Fabio ha fatto il suo miglior palcoscenico, dove poter interagire con il pubblico senza riflettori, ma con il sincero calore di chi lo ascolta e gli applaude, spettatore improvvisato di un concerto che sembra nato per caso.
È la prova che la musica è in armonia con ogni luogo.
E se la musica non ha confini, Fabio vorrebbe condurla con sé lontano. “Mi piacerebbe suonare a Milano, in Spagna, a New York, in Australia, a Dubai, a Tokyo, capita spesso di pensarmi in giro per il mondo a portare la musica partenopea.”

Fabio sceglie, infatti, di intonare per lo più pezzi diventati ormai simboli della tradizione musicale partenopea, il motivo?

“Per me la musica napoletana rappresenta il nostro patrimonio più grande, le nostre origini la nostra storia, rappresenta la bellezza suprema della musica. Una musica in cui il tempo si ferma per dar spazio all’emozione.”

Così mentre il ritornello “Tu dimmi quando, quando” risuona nei dintorni, il tempo sembra cristallizzarsi e le persone si fermano unicamente per concedersi il momento di una piccola ma inevitabile emozione. Non ho potuto fare a meno di chiedere a Fabio cosa provi in quei momenti, tutte le volte che si trova circondato da chi ha messo da parte il proprio tempo per scegliere la sua melodia

“In un mondo così veloce non tutti possono concedersi il lusso di stare a contemplare i tramonti; per me l’artista rappresenta quel tramonto, dunque sono felice di servire a qualcosa di profondo.” Fabio Serino

“Ho cominciato fin da piccolo a scrivere testi in musica. Le mie canzoni sono frutto di pezzi di vita, desideri e voli di fantasia, ma anche storie più o meno vicine.”

Fabio mi racconta che il suo ricordo più bello legato alla musica riguarda proprio la nascita di alcuni suoi brani.

“Spero che presto li possiate ascoltare perché ho in mente di far uscire a breve il mio primo disco. Mi piacerebbe creare un progetto discografico in cui includere i miei inediti, così da rendermi noto al pubblico con un progetto che metta in luce non solo il dono interpretativo ma anche quello cantautoriale. Il mio desiderio è quello di continuare in musica il viaggio della mia vita.”

Nelle sere come questa, Fabio rende partecipe del suo viaggio chiunque rivolga attenzione alle sue note. In una strada tanto chiassosa e gremita di gente indaffarata, la musica tradizionale napoletana si insinua nella quotidianità, nel ritmo di tutti i giorni, senza mai divenire un lontano ricordo.

Ringrazio Fabio Serino per aver risposto alle mie domande. E’ stato un piacere conoscerlo

Laura d’Avossa

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