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Un oggetto si staglia solitario di fronte al mare, la colonna spezzata di Piazza Vittoria, visibile a tutti ma visto da pochi, pronto a raccontare la sua movimentata storia, movimentata come le onde del mare che si infrangono continuamente sulla scogliera sottostante .

Una colonna di palmi trentaquattro e mezzo, e di diametro palmi quattro di marmo cipollazzo che cosa più bella veder non si può, non dico in Napoli ma per l’Italia. È ella ondata d’un color verdaccio, appunto come un’onda marina”. E’ così che Carlo Celano descrive nel suo scritto “Notizie del bello dell’antico e del curioso della città di Napoli”, la famosa colonna del lungomare partenopeo. Per essere precisi, si trova a piazza Vittoria, il cui nome celebra appunto la vittoria nella battaglia di Lepanto, combattuta nel 1571, da parte della Lega Santa a discapito della flotta dell’Impero Ottomano.

Foto Colonna Spezzata Piazza Vittoria
Foto del 1914 in cui compare per la prima volta la colonna spezzata

Una colonna romana riscoperta

Questo monumento ne ha passate tante, a dispetto di quanto possa sembrare, e solo in tempi relativamente recenti ha trovato la sua destinazione definitiva. La colonna fu rinvenuta nel XVII secolo durante i lavori di scavo del campanile del Duomo di Napoli e potrebbe essere una delle colonne del teatro di Nerone. All’epoca essa era stata promessa dall’arcivescovo Ascanio Filomarino alle rappresentanze dei nobili napoletani che avrebbero voluto usarla per la costruzione di un obelisco in onore di San Gennaro. I dissidi ,relativi alla cessione del manufatto a tale scopo, compromisero l’accordo e si diede l’incarico a Cosimo Fanzago di restaurare la colonna , rimasta così fino ai giorni nostri.

Il successore di Filomarino, il cardinale Innico Caracciolo, donò poi la colonna al vicerè Pietro Antonio d’Aragona il quale, a sua volta, la concesse ai padri Teatini. Il 7 agosto 1656 , anniversario della morte dell’allora beato Gaetano da Thiene (divenuto dopo pochi anni santo),ebbe fine la pestilenza che tormentava Napoli e, grazie all’opera di proselitismo portata avanti dai padri Teatini, si decise di erigere una statua dedicata al beato Gaetano.

Lungomare Caracciolo fine 800
Una foto di Via Caracciolo sul finire dell’800. Si vede il basamento vuoto sulla sinistra: inizialmente si pensava di piazzarci su una statua dell’ammiraglio Caracciolo, poi è diventata famosa per “la colonna spezzata”

La colonna spezzata? Doveva trovarsi a Piazza San Gaetano!

La statua fu collocata su un piedistallo nel 1663, ma non fu soddisfacente per i Teatini, i quali volevano un monumento più simile all’obelisco che i frati Domenicani stavano facendo erigere in piazza San Domenico Maggiore.

I Teatini decisero dunque di porre la statua sulla colonna, la quale fu trasportata a Largo San Lorenzo poco dopo la dichiarazione di santità del beato Gaetano.

Purtroppo però l’idea di avere un monumento così alto in una piazza così piccola non era proprio gradita ai proprietari del palazzo più vicino e così il progetto fu accantonato. La colonna fu posizionata nella chiesa di San Paolo Maggiore per poi finire successivamente nei depositi del Museo Nazionale.

Finalmente poi nel 1859 la colonna spezzata è stata riportata alla vita e rimane, tutt’ora, saldamente ancorata di fronte a quel mare di cui ne celebra i caduti.

Gaia Borrelli

Oggi è un luogo di tuffi estivi.

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